Il bambino inizia a pronunciare le prime parole durante il primo anno di vita, circa ad un anno e mezzo le prime frasi di due parole e nel giro di altri due anni arriva ad apprendere un ricco vocabolario e ad articolare frasi molto complesse.
C’è un’ampia variabilità nei tempi ma la successione delle tappe di acquisizione è generalmente molto regolare. Queste tappe sono:
- Il pre-linguaggio
- Il piccolo linguaggio
- Il linguaggio
Il pre-linguaggio
Comprende il periodo di tempo tra la nascita e i 12-18 mesi, appartengono al pre-linguaggio alcune pre-forme di linguaggio come:
- il pianto del neonato
- il cinguettio
- la lallazione
- l’ecolalia
Il cinguettio e la lallazione sono due attività fondamentali per lo sviluppo della coordinazione neuromotoria.
Il cinguettio è un suono specifico in risposta a stimoli non specifici, la lallazione è caratterizzata da suoni vocalici o consonantici che vengono ripetuti e modulati. Dunque inizialmente il bambino produce suoni come “pa”, “ma”, “ta” e, successivamente, arriva a produrre forme più complesse come “papapa” e “mamama”.
L’ecolalia è una sorta di dialogo tra genitori e bambino. I genitori parlano e il bambino risponde con una sorta di melodia. Successivamente il piccolo cerca di ripetere quello che gli viene detto e compaiono delle emissioni vocaliche o consonantiche più definite. Il contesto comunicativo nel quale il bambino è immerso è fondamentale. I genitori e soprattutto le madri sembrano avere una tendenza innata a parlare con il loro bambino in un modo caratteristico, si tratta di un modo di parlare ritmato che enfatizza i suoni e generalmente più alto di un’ottava. Si è inoltre evidenziato che fin dai primi mesi di vita i bambini instaurano un vero e proprio dialogo con i genitori anche solo emettendo dei suoni ed aspettandosi delle risposte verbali e non, tutto questo ha un chiaro scopo comunicativo.
Il piccolo linguaggio
Intorno ai dieci mesi inizia il piccolo linguaggio, che si protrae fino a circa tre anni.
Inizialmente si ha una situazione di ripetizione e imitazione, simile all’ecolalia. Ad un anno di vita il bambino possiede circa 5-10 parole, ad un anno e mezzo circa 50-80 e a due anni fino a 200, con grandi differenze individuali.
Intorno ai due anni è consigliata una visita dal pediatra per valutare i progressi del bambino (vedi i “Disturbi del linguaggio nel bambino, quando preoccuparsi?“)
In genere, prima dei 18 mesi, compare la cosiddetta “olofrase”; si tratta di una parola singola che il bambino utilizza per esprimere ciò che gli adulti direbbero con una proposizione. Il significato è legato al contesto e a ciò che il genitore ritiene che il bambino stia dicendo, sempre in questo periodo il bambino comincia a costruire le prime frasi di due parole, senza elementi accessori come avverbi o articoli. Questo viene chiamato anche “linguaggio telegrafico”. Inoltre nello stesso periodo appare la negazione, ossia il bambino comincia a dire “no”.
Il linguaggio
Il periodo del linguaggio è più complesso e più lungo. Dai 3 anni e mezzo ai 5 il bambino può apprendere intorno alle 1500 parole. L’arricchimento è sia qualitativo che quantitativo. Questa fase è molto importante perché il linguaggio gli permette di acquisire una nuova forma di indipendenza, applicabile nel gioco simbolico e nell’immaginazione.
Perché la fase di pre-linguaggio è così importante?
Questa fase è fondamentale perché è la fase in cui il bambino si esercita, si prepara a quelle che saranno le fasi successive, generalmente i bambini che non passano attraverso questa importante tappa saranno maggiormente predisposti ad avere problemi di linguaggio in futuro.
In genere se la lallazione è assente a dieci mesi è bene chiedere consiglio al pediatra.
Come stimolare la lallazione
Esistono diversi modi per stimolare il bambino nella lallazione e di conseguenza nel linguaggio. Ecco qualche consiglio pratico:
- Parlare al bambino sin dalle prime settimane di vita. Raccontare e descrivere cose, oggetti e situazioni è utile per creare un ambiente stimolante e favorevole allo sviluppo del linguaggio.
- Leggere un libro al bambino è un’attività che può essere introdotta sin dai primi mesi, iniziando con testi figurativi. Si può cominciare descrivendo le immagini al piccolo per passare poi, con il trascorrere dei mesi, a libri più complessi, in linea con il suo sviluppo cognitivo.
- Parlare attraverso il gioco con il bambino, ripetendo parole semplici e corte. Il gioco del cucù può essere utile per attirare l’attenzione del piccolo e incuriosirlo. L’obiettivo è fare in modo di avere l’attenzione del bimbo e instaurare una sorta di dialogo faccia a faccia con lui. Il linguaggio infatti si sviluppa tendenzialmente per ripetizione.